SATELLITE

Il satellite equipaggiato con sensoristica ottica è in grado di catturare la radiazione solare riflessa dalla materia e di restituire immagini che riportano le informazioni spettrali acquisite dal sensore. Dall’analisi delle immagini acquisite, è possibile ottenere informazioni circa il tipo di materiale e alcune sue caratteristiche fisiche.

Come funziona

Questa tipologia di satelliti permette di investigare e monitorare il territorio sia nella componente naturale – ad esempio aree soggette a disastri naturali, colture e vegetazione o aree esposte a rischio idro-geologico – che antropica – ad esempio il monitoraggio dello sviluppo urbano e delle attività antropiche, o di zone di guerra.
Il satellite equipaggiato con sensore radar (SAR) illumina il suolo con un segnale elettromagnetico (come fa il Sole) e registra, per ciascun punto illuminato dal segnale, il tempo che questo impiega a ritornare verso il satellite, insieme all’intensità con cui esso viene riflesso.
Il sensore radar, grazie all’emissione del segnale elettromagnetico, ha la potenzialità di acquisire informazioni anche in assenza dell’illuminazione solare e di penetrare la copertura nuvolosa.

Per cosa viene utilizzato

Questa tipologia di satelliti permette individuare oggetti sulla superficie terrestre e di monitorarne lo spostamento nel tempo. Per la loro precisione di misurazione, i sensori radar sono strumenti molto importanti sia per il monitoraggio degli spostamenti lenti del suolo, sia per accertamenti post evento di zone colpite da disastri naturali, come alluvioni e terremoti.

INDAGINI

Nell’ambito del progetto VESTA sono stati utilizzati sensori ottici ad alta risoluzione spaziale, accessibili liberamente, quali Landsat-8 della NASA e Sentinel-2 dell’Agenzia Spaziale Europea (programma Copernicus).

Grazie ai dati dei sensori ottici sono state prodotte mappe tematiche relative alla variazione delle aree vegetate lungo la pineta costiera e all’espansione del tessuto urbano nei pressi del sito archeologico di Paestum.
Come leggiamo i dati dei sensori ottici?
Le immagini mostrano il tessuto urbano dell’area nel 2013 (in giallo), nel 2016 (in arancione) e nel 2019 (in rosso). Il confronto tra le immagini permette di osservare, e di monitorare, l’evoluzione dell’espansione urbana avvenuta nel tempo.
I dati provenienti da sensoristica satellitare radar (SAR) hanno fornito informazioni rispetto ai movimenti lenti del terreno e degli edifici posti al di sopra di questo, sia all’interno del Parco Archeologico di Paestum, ove vi sono le vestigia storiche, sia nel territorio circostante. Grazie ai dati acquisiti con tale sensoristica, gli esperti hanno prodotto mappe di velocità relativamente ai movimenti lenti del suolo per individuare eventuali spostamenti significativi del terreno e delle strutture collocate su di esso.

RISULTATI

Mettendo a confronto tra di loro le immagini del tessuto urbano viste nella Sezione Indagini, è stata elaborata una mappa di variazione urbana dall’anno 2013 all’anno 2016.
Il colore dei poligoni ci indica l’espansione del tessuto urbano. I poligoni di colore chiaro individuano le aree con un’espansione urbana minima che aumenta fino ad una colorazione rosso intenso per le aree con un’espansione maggiore.
Cosa è emerso invece dalle indagini effettuate con sensori radar?
L’immagine mostra i risultati delle indagini SAR (tecnica PS) con la mappatura degli spostamenti del suolo. I pallini gialli (PS, Permanent Scatterer) esprimono in millimetri/anno gli spostamenti dei “bersagli” individuati dalle onde elettromagnetiche inviate dal sensore. Come possiamo leggere dalla mappa, all’interno dell’area del Parco Archeologico di Paestum non si evidenziano spostamenti significativi delle strutture.